mercoledì 7 dicembre 2016

L'Anatomia dello Zafferano Profondo

Eccomi, mi chiamo Profondo, Zafferano Profondo.
Spesso e volentieri vengo associato a mio padre (Color zafferano) e altre volte, per questioni di fama, all'omonima pianta.

Che vita triste penserete voi: costretto ad essere celato nell'ombra di qualcun altro senza aver modo di trovare una propria identità. Beh inizialmente è stato così ma poi è arrivato qualcuno che grazie a me, ha potuto trovare la propria identità.
Mi ha scelto in mezzo a tanti altri colori, in mezzo a tanti altri ideali.
Sto parlando di Gautama Buddha. Se qualcuno di voi non dovesse conoscerlo, beh, informatevi.
I grandi uomini della storia devono essere studiati a fondo, ricordatevelo!

Tornando a noi, mi scelse come colore della sua filosofia (Buddhismo) fin a partire dal 5°secolo A.C.
Mi scelse per ciò che ispiro: illuminazione, percezione e tolleranza.
Grazie a lui, il mondo intero riconduce in me un ideale giusto, di pace e di profonda relazione con la natura.

Sono un colore caldo e solare, dinamico e peperino!
Se ci fate caso, sono sempre con voi: mi trovate con altri elementi della mia famiglia all'interno di un bel tramonto, dentro il fuoco che arde in una gelida notte d'inverno, dentro i fiori e sui frutti della natura.
I miei pigmenti aggiungono un tocco di gioia ed armonia su tutto ciò con cui vengono a contatto.

Ci sarebbero tante cose da dire su di me... Ma come sapete, ispiro tranquillità ed armonia e non noia.
Per cui, ci rivediamo questa sera.
Mirate al tramonto: perchè io sarò li, a salutarvi e sorridervi.


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